Memoranda

Memoranda

Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano

di Antonella Tarpino
(Einaudi, serie Gli Struzzi 18, Torino, 2023)

Esiste una pietas reciproca e tenace che lega gli umani ai loro manufatti. Architetture, oggetti, scritti spesso sopravvivono per secoli ai loro autori o ai loro proprietari, caricandosi di una memoria emotiva pronta a essere restituita in modo immediato e tangibile a chi ne venga in contatto.
Ciò vale anche per tempi relativamente recenti, che si stanno allontanando in modo inesorabile da noi con la fine degli ultimi Testimoni viventi. Sono allora sempre di piú le cose, gli oggetti e i luoghi della vita quotidiana a ricucire il fi lo lesionato della memoria di tanti uomini e donne che si opposero al fascismo e alla dittatura. Quella difficile scelta esistenziale ha lasciato tracce indelebili proprio nei luoghi domestici, custodi di memorie ancora presenti tutto intorno a noi.
È un racconto – a tratti sussultorio – di memoria, visioni, tracce quello che si snoda tra le pagine di Memoranda, guidato dalla linea tesa di un pathos che promana quasi inaspettato da quelle schegge del tempo. Cosicché oggetti, edifici, luoghi quotidiani – ma anche le figure virtuali di cose / non cose propria dei fi lmati o delle fotografi e – entrano nel nostro sguardo divenendo elementi attivi di una narrazione che ci coinvolge in prima persona. Frammenti di un mondo lontano, eppure emotivamente ancora vigile, l’antifascismo e la Resistenza in azione, che ci aiutano a riscoprire quel tempo fattosi pericolosamente remoto (tanto piú per le giovani generazioni), e quei valori tuttora fondativi di fronte alle pesanti incognite che gravano sul futuro.

Con la fine degli ultimi testimoni sono sempre più le cose, gli oggetti e i luoghi della vita quotidiana, a ricucire il filo lesionato della memoria di tanti uomini e donne che si opposero al fascismo e alla dittatura. Quella difficile scelta esistenziale – il suo segno profondo – ha lasciato tracce indelebili proprio nei luoghi domestici, custodi di memorie ancora attive: la pietra/poesia di Primo Levi ritrovata nello studio di Nuto Revelli a Cuneo, il quadro di Piero Gobetti nella sua casa torinese dipinto, quasi evocato, dall’amico Felice Casorati, i banchi del Liceo d’Azeglio dove s’incontravano i Bobbio, gli Einaudi, i Pavese, le case bruciate a Boves, teatro drammatico del primo eccidio nazifascista, ritratto da una war artist, unica in Italia, Adriana Filippi.